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I fondamenti essenzialmente positivistici che caratterizzano la nascita della sociologia con l’impostazione quantitativa della sua metodologia hanno posto in ombra quegli orientamenti teorici e metodologici che sottolineavano la necessità di un approccio più comprensivo, attento ai fattori emozionali, biografici, culturali che connotano i fenomeni sociali.
La conoscenza sociologica in altri termini non deve limitarsi all’analisi dei dati descrittivi della realtà, ma confrontarsi costantemente con gli universi valoriali, etno-antropologici e culturali entro cui si muovono i soggetti indagati dal ricercatore sociale.
In questo contesto, a partire dalla lezione innovativa di Kurt Lewin, si sviluppano le metodologie della Action Research che sempre più si affiancano, spesso sostituiscono, le metodologie meramente quantitative; con tali approcci sembra possibile connettere conoscenza ed azione, analisi ed intervento, vicende biografiche degli attori e sistemi sociali di riferimento, attore e sistema, apprendimento individuale e cambiamento organizzativo.
Numerosi sono i campi applicativi della ricercazione; ma è solo un metodo o anche una teoria? E’ possibile parlare di un nuovo paradigma?
Questo testo, senza pretendere di dare risposte risolutive, ha individuato e raccolto alcuni contributi che affrontano direttamente tali interrogativi. I percorsi offerti dai diversi saggi, se insistono sugli aspetti di innovazione teorica aperta dalla ricercazione, fanno costante riferimento agli ambiti dove essa è spendibile, applicabile sia ai fini di ricerca sperimentale, sia con riferimento ad obiettivi di cambiamento sociale, che si possono perseguire nei gruppi, nelle organizzazioni o nelle performance di diverse istituzioni sociali.
Il volume costituisce perciò la necessaria base riflessiva e formativa per sociologi e operatori sociali che intendono sviluppare il proprio agire professionale in un quadro di più elevata consapevolezza epistemologica, metodologica e pratica. Soprattutto i suggerimenti e le proposte di riflessione offerte dal testo possono risultare elementi positivi in una fase in cui i profili professionali del lavoro sociale si stanno differenziando e specializzando, avvicinando sempre di più i saperi e le competenze centrate sulla dimensione intersoggettiva, psicosociale, da un alto e su quella organizzativa e sociologica, dall’altro.